RIBERA (Ag) – Le tre statue

La Pasqua rappresenta il momento più affascinante e interessante dell’attività Religiosa-Folkloristica di Ribera. E’ la festa alla quale nessuno intende rinunciare.

Si comincia la mattina del “Venerdì Santo”, in cui migliaia di persone seguono la processione del Cristo che è trasportato sopra una bara per le vie del paese fino  al campo santo, dove è issato e crocefisso.

Da lì il silenzio per alcuni minuti, la messa e poi il saluto delle migliaia di persone che si mettono in fila per fare una preghiera e baciare i piedi di Gesù Crocefisso.

La festa vera e propria è la domenica mattina alle ore 10:30 (Pasqua), quando migliaia di persone del posto e turisti di tutto il mondo si concentrano nella via principale (Corso Umberto), per scambiarsi gli auguri con abbracci e festeggiamenti, ma soprattutto per vedere il famoso e rinnovato (uncontru), Incontro di Pasqua, tra la Madonna e il proprio figlio Gesù risorto, e S.Michele.

Qui fin dalle prime ore del mattino, iniziano a confluire migliaia di persone ed apparire i primi gonfaloni, in dialetto i “pali” alte e pesanti aste di legno a croce che sorreggono un telone decorato con figure sacre;sono in tutta una quindicina, ed ognuno rappresenta un gruppo parrocchiale o un’organizzazione locale. Dietro corrono centinaia d’appartenenti ai vari gruppi, correndo al grido ritmico del “Largo , Largo”.

Finita la messa, è portato davanti alla “Chiesa del Rosario”, al suono di brani tristi, il simulacro della Madonna Addolorata (coperta da un drappo nero) che ancora non ha appreso la notizia della resurrezione del figlio crocefisso.
I simulacri del Cristo Risorto e di S.Michele sono invece sistemati, sempre portati a spalla, davanti alla “Villa Comunale”, a circa un chilometro di distanza dalla chiesa e dalla statua della Madonna. Qui la banda intona brani vivaci.

Al segnale convenuto (un forte sparo), dalla Villa iniziano a scendere verso la Madonna i primi gonfaloni seguiti da centinaia di persone: portano l’annuncio della Resurrezione. A questo punto entra in gioco S.Michele, l’annunciatore, la cui statua piena di fiori, è portata fino a quella della Madonna. Si piega in tre inchini, allegoricamente indicando la riverenza e l’importanza del messaggio che reca. Compiuto il suo dovere S.Michele risale il corso fino al “Corso Margherita”, dove si è spostata la statua di Gesù risorto.

La Madonna finalmente “crede” alla resurrezione del figlio, tutti si scatenano a danzare, vola il velo nero che l’avvolge, cominciano ad esplodere i mortaretti, la banda intona una marcia allegra e sostenuta. La Madonna è portata verso il figlio correndo e gridando, e qui le due statue si trovano a contatto. A quell’insieme di suoni, allegria, e musica si mescolano gli applausi della gente euforica e commossa. Volano le colombe in segno di pace e giubilo, tutti vanno verso il centro dell’incontro in una fumata di folla allegra e commossa per l’evento.

 

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